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Morano
avvicendamenti colturali
Gli avvicendamenti colturali, che sono stati praticati a
Morano
addirittura fino a qualche decennio fa, si presentavano all'incirca così: il grano e la segale, che costituivano le colture cerealicole dominanti, erano avvicendate con il granturco e le patate; il granturco era ed è tuttora associato con i fagioli. Le rotazioni erano di due o tre anni; nei terreni irrigui la pianta da rinnovo era dunque essenzialmente il granturco; altrove si usavano soprattutto le fave o le altre leguminose da granella. Inesistenti o rarissime le leguminose da foraggio.
I prati artificiali fecero la loro apparizione nelle campagne moranesi soltanto dopo l'insediamento dei coloni marchigiani.
L'irrigazione, che in genere ha luogo tra maggio ed ottobre, avveniva e in parte tuttora avviene per imbibizione, un sistema usato per irrigazioni umettanti e fertilizzanti. In passato l'operazione avveniva a piedi nudi; si svolgeva inoltre nelle ore più diverse, anche di notte, secondo i turni fissati dal regolamento per l'uso delle acque.
La fertilizzazione del suolo era affidata quasi soltanto al riposo e alla stabbiatura. Il letame, prodotto soprattutto dagli ovini, costituiva il sistema fondamentale di concimazione dei seminati e degli oliveti. Almeno fino al secondo dopoguerra, limitatissimo era l'impiego dei concimi chimici.