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Morano
lavorazione della lana
La lavorazione della lana aveva inizio con la cardatura, che veniva effettuata manualmente ad opera di maestri cardatori, assai numerosi in passato, che si servivano di un cardo manuale, che portavano con sé in un luogo o nell'altro in cui erano chiamati. Un prezioso esemplare di cardo manuale è esposto nel museo.
Alla cardatura seguiva la filatura, che veniva eseguita con il fuso a rotello, senza l'impiego, almeno a
Morano
, delle conocchie, due esemplari delle quali sono esposti nel museo.
Dall'arcolaio, attraverso un apposito attrezzo, l'incannatoio semplice o quello 'a manovella' - entrambi esposti nel museo - il filato veniva trasferito nelle spole in vista dell'orditura, operazione alquanto complessa che richiedeva un'abilità particolarissima, di cui solo poche donne erano dotate.
Ugualmente impegnativa la tessitura, che avveniva con un telaio a mano. I due esemplari esposti nel museo provengono da Frascineto e da San Basile, piccoli paesi del castrovillarese di origine albanese.
Non meno complesse le operazioni conclusive del ciclo di lavorazione, rappresentate dalla
follatura
, dalla tinteggiatura e dalla pressatura. Solitamente, i colori per tingere i tessuti erano di origine vegetale; la pressatura avveniva a caldo, mediante un torchio. Il modello di torchio esposto nel museo, assai antico, è uno dei reperti più rari e pregevoli dell'intera collezione museale.
L'esposizione è completata da alcuni campioni di tessuti, la cui ricchezza compositiva e cromatica lascia intendere quanto fosse variegata la tipologia dei prodotti che potevano essere realizzati.
La sezione offre, infine, un'interessante documentazione su alcune filande meccaniche in esercizio nell'area del Pollino dagli inizi del Novecento. Tra esse va certamente menzionata la Filanda Filardi di Civita, che è l'unica filanda idraulica della zona. Fu installata nel 1913 ed è stata oggetto, pochi anni orsono, di un intervento di recupero conservativo e funzionale.
un esemplare di arcolaio esposto nel museo
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